Il palazzo appartenuto, alla famiglia Claudi originaria di Serrapetrona ma trasferitasi a Roma, è in condizioni molto precarie dovute all'abbandono nel quale era stato lasciato; ne viene previsto il fedele recupero per farne divenire sede della Fondazione Claudi, ricavando spazi gestionali ed espositivi. In particolare si decide di dedicare il piano terra alle mostre temporanee, il primo piano all'accoglienza, all'incontro e agli uffici, mentre l'ultimo livello viene destinato ad illustrare la vita e le opere delle figure della famiglia Claudi.
Un fabbricato annesso di bassa qualità edilizia e senza pregio,viene demolito e ricostruito ampliandone la volumetria e rispettando la sagoma prevista dal Piano Particolareggiato del Centro Storico, si decide di riedificarlo con caratteristiche contemporane e di destinarlo alle funzioni di reception, aula didattica e agli spazi di servizio. Viene proposto sul prospetto principale una grande vetrata capace di catturare la luce di settentrione e fa godere, a chi è all'interno, del panorama sulla vallata, mentre dall'esterno consente di percepire lo svolgere delle attività della Fondazione.
L'area esterna è divisa in due: in quella alla quota più alta viene riproposto un piccolo giardino all'italiana, con il recupero delle essenze esistenti, mentre il resto è composto come giardino campestre, i percorsi che qui si snodano presentano opere in ferro di cui alcune recuperate dalle strutture esistenti ed altri che propongono motivi naturali ispirati alle opere di Anna e Vitorio Claudi.